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FRANCESCO GIANNICO – Metrophony
(Time Released Sound, 2014)

Nella maggior parte dei casi, gli spunti di ispirazione e le tracce sonore concrete contenute in lavori di sperimentazione ambientale improntati al soundscaping presentano caratteri in un certo senso esotici, distanti dal vissuto quotidiano per loro stessa natura o per collocazione geografica, se non per entrambi i motivi.

Per la sua ultima opera, pubblicata a breve distanza dall’evocativo “Litania“, Francesco Giannico non si è invece limitato a prendere spunto dall’ambiente urbano e dall’idea del viaggio, ma si è materialmente immerso in contesto molto vicino e tangibile, oltre che appartenente al vissuto quotidiano di migliaia di persone, ivi comprese quelle che potranno imbattersi in “Metrophony”, testimonianza auditiva – variamente filtrata e sviluppata – di un viaggio sull’intero percorso della linea B della metropolitana romana.

Si tratta, inevitabilmente, di una suggestione che riveste caratteri del tutto particolari per chi conosce e vive quei luoghi fisici e sonori, dei quali Giannico offre una rappresentazione vivida e personale nella traccia unica di quaranta minuti che compone il lavoro. In “Metrophony” c’è l’inevitabile claustrofobia, ci sono i clangori metallici dei treni in movimento, c’è lo stato di abbandono del corpo in movimento immobile e quello della mente ipnotizzata dal rumore di fondo e, magari, rapita da astrazioni che la conducono in un distantissimo altrove. Lungo il tragitto incanalato su binari e gallerie, tra curve, affioramenti in superficie e inabissamenti nel sottosuolo, si colgono soprattutto moti vitali vividi e brulicanti – eterogenei come le zone della città attraversate in linea trasversale della metropolitana – sotto forma di basse frequenze elettronicamente modellate, frammenti elettro-acustici e sparuti fremiti ritmici che rendono il “viaggio” estremamente realistico.

Come i flussi della mobilità urbana non sono solo governati dalla tecnica ma recano con sé una variegata umanità, così i rimaneggiamenti elettronici dei suoni reali catturati da Giannico in metropolitana trovano corrispettivo nella loro associazione a contenuti musicali concreti, insieme ai quali completano la narrazione sonora di un viaggio tanto più straordinario in quanto radicato in una realtà tangibile e conosciuta. Proprio questo rende “Metrophony” un’opera al tempo stesso concettualmente esemplare e densa di suggestioni avvincenti e ipnotiche, colte da una quotidianità in grado di offrire spunti auditivi che solo un attento e sensibile ascolto può essere in grado di catturare, rielaborare e restituire trasformate ma intatte nella loro essenza descrittiva.

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